“Non si può parlare di Dio,
perché noi siamo le parole.
Non cancellarle in nome di una parola sola.
Infiniti sono gli dèi e il loro sciame,
infinita la bellezza che vola e morde.”
Stefano Benni, La grammatica di Dio
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“Non si può parlare di Dio,
perché noi siamo le parole.
Non cancellarle in nome di una parola sola.
Infiniti sono gli dèi e il loro sciame,
infinita la bellezza che vola e morde.”
Stefano Benni, La grammatica di Dio
Solo quando le lacrime di dolore non solcheranno più il volto dei miei fratelli potrò lasciarmi morire.
L’ho ricevuta per Natale.
Ogni popolo inventa il proprio dio,
come ogni persona inventa un popolo…
per non sentirsi
drammaticamente
sola.
Fede
il giorno in cui verrà capito questo concetto sarà un gran giorno.
L’uomo da sempre ha bisogno di qualcosa su cui appoggirsi,grazie alla quale poter credere in un futuro,qualcosa per consolarsi….Quello che hai postato è un messaggio molto realistico e molto…direi ampio,aperto.
Ma….non c’è giusto e non c’è sbagliato.
Pamela
Chi pretende di dettare legge?
Il destino, io, Dio, l’assente, le api.
Il rischio di citare estrapolando pezzi (sì, pezzi, come pezzi di carne, o di vesti) è quello di allontanarsi dal senso stesso della citazione. Questo è quello che mi è capitato. E certo quanto ho citato, nel suo contesto, ha altri significati.
Io, lo confesso, non sono stata in grado di darne uno solo.
Il senso per me è che siamo parole scappate dalla bocca di Dio. E come parole che appartenevano a Lui conserviamo in noi parte della sua divinità.
Infiniti siamo noi, voce caduta dall’alto, infinita la nostra bellezza
che vola e morde.
[Grazie, per i vostri commenti.]